Articolo Salute Sana alimentazione
Sono cancerogeni, eppure si mangiano quasi tutti i giorni freccemartedì 15 dicembre 2015      


Sono cancerogeni, eppure si mangiano quasi tutti i giorni, trascurando quella che è una delle strategie migliori per cercare di ridurre al minimo il rischio cancro: la prevenzione. A parte il fumo, su cui si ha il pieno controllo, e le condizioni ambientali che purtroppo non è facile modificare, l’alimentazione è completamente gestibile, per cui è bene sapere esattamente cosa si mette tutti i giorni in tavola per cercare di ridurre al minimo il rischio cancro. Questa malattia, ancora ben lontana dall’essere completamente debellata, anche se negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi avanti, rappresenta una delle prime cause di morte in particolar modo nei paesi industrializzati, per cui il solo modo per cercare di minimizzare i rischi e quello di ridurre drasticamente tutto ciò che invece può causarla e, per quanto riguarda l’alimentazione, una serie di alimenti che ormai la ricerca medica ha riconosciuto essere cancerogeni.

Eppure alcuni di questi alimenti continuano ad essere i protagonisti delle tavole. Vediamo quali sono. In primo luogo la carne, la rossa in particolare assieme a quella lavorata, ormai universalmente riconosciuta come cancerogena, tanto è vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ne raccomanda un consumo estremamente limitato, non più di 4-5 volte al mese. Vi sono invece persone che la mangiano quasi tutti i giorni. Le carni lavorate, come gli insaccati, il prosciutto, le salsicce, ecc., sono piene di conservanti, molti dei quali riconosciuti cancerogeni. Mangiare troppa carne rossa rappresenta un serio fattore di rischio di cancro al colon, per cui sarebbe opportuno moderarne il consumo o prendere in considerazione la possibilità di eliminarla del tutto dalla propria dieta.

Gli oli idrogenati, utilizzati dall’industria alimentare per conservare alimenti per lunghi periodi, come avviene per le merendine e i tanti altri prodotti da forno che si consumano così di frequente. Una volta assunti però, questi oli tendono a modificare la struttura e l’integrità delle membrane cellulari dell’organismo, promuovendo più facilmente lo sviluppo di cellule tumorali.

Gli alimenti raffinati, come zucchero e farina doppio zero. Lo zucchero in particolare, durante la procedura di raffinazione, viene sottoposto ad una serie di passaggi nei quali vengono anche utilizzate sostanze cancerogene, senza poi contare che lo zucchero fa aumentare rapidamente i livelli di insulina che è ormai dimostrato è in grado di promuovere la formazione di cellule cancerogene. La farina doppio zero, largamente utilizzata, è anch’essa, come del resto altri carboidrati raffinati, associata al rischio cancro. Al suo posto meglio utilizzare altre farine, come la farina di Kamut, di farro, manitoba, e al posto dello zucchero, meglio lo zucchero di canna grezzo, mai raffinato, la Stevia, il miele o altro dolcificante alternativo.

I dolcificanti artificiali
, spesso utilizzati da coloro che vogliono perdere qualche chilo di troppo, sono un serio pericolo per la salute. A parte il fatto che, contrariamente a quanto si possa pensare, il consumo regolare di questi prodotti, però, può causare un aumento ponderale in quanto rendono più difficile all’organismo regolare i livelli di zucchero nel sangue, in molti di loro è presente l’aspartame, una sostanza chimica certamente cancerogena.

Le patatine fritte, tanto gustose ma al tempo stesso tanto pericolose per la salute. Alcune di esse contengono acrilamide, una sostanza chimica cancerogena che si viene a determinare al seguito delle alte temperature prodotte durante la frittura. Questo vale anche per le fritture fatte in casa quando si utilizza l’olio di semi, in quanto questo tipo di olio ha un punto di fumo molto basso, momento in cui si viene a produrre l’acrilamide. Sarebbe meglio utilizzare l’olio di oliva che ha una temperatura di fumo più elevata o, meglio ancora, il burro. Inoltre, le patatine fritte contengono aromi naturali, conservanti e coloranti che certamente amici della salute non sono.

Alcol e bevande gassate, anche questi da limitare o eliminare del tutto. Il vino se bevuto con moderazione, un bicchiere di rosso ai pasti principali, non è affatto pericoloso, anzi fa bene al cuore, abbassa il colesterolo e combatte i radicali liberi grazie alla presenza di resveratrolo, un flavonoide presente nella buccia dell’acino di uva nera. Abusare invece è un rischio per la salute, in quanto, secondo un recente studio americano, aumenterebbe, infatti, il rischio di cancro al seno. Le bibite gassate poi, sono un fattore di rischio cancro per colpa della presenza di zuccheri, prodotti chimici alimentari, coloranti e simili, che oltre tutto contribuiscono ad acidificare l’organismo.

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Sono cancerogeni, eppure si mangiano quasi tutti i giorni, trascurando quella che è una delle strategie migliori per cercare di ridurre al minimo il rischio cancro: la prevenzione. A parte il fumo, su cui si ha il pieno controllo, e le condizioni ambientali che purtroppo non è facile modificare, l’alimentazione è completamente gestibile, per cui è bene sapere esattamente cosa si mette tutti i giorni in tavola per cercare di ridurre al minimo il rischio cancro. Questa malattia, ancora ben lontana dall’essere completamente debellata, anche se negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi avanti, rappresenta una delle prime cause di morte in particolar modo nei paesi industrializzati, per cui il solo modo per cercare di minimizzare i rischi e quello di ridurre drasticamente tutto ciò che invece può causarla e, per quanto riguarda l’alimentazione, una serie di alimenti che ormai la ricerca medica ha riconosciuto essere cancerogeni.

Eppure alcuni di questi alimenti continuano ad essere i protagonisti delle tavole. Vediamo quali sono. In primo luogo la carne, la rossa in particolare assieme a quella lavorata, ormai universalmente riconosciuta come cancerogena, tanto è vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ne raccomanda un consumo estremamente limitato, non più di 4-5 volte al mese. Vi sono invece persone che la mangiano quasi tutti i giorni. Le carni lavorate, come gli insaccati, il prosciutto, le salsicce, ecc., sono piene di conservanti, molti dei quali riconosciuti cancerogeni. Mangiare troppa carne rossa rappresenta un serio fattore di rischio di cancro al colon, per cui sarebbe opportuno moderarne il consumo o prendere in considerazione la possibilità di eliminarla del tutto dalla propria dieta.

Gli oli idrogenati, utilizzati dall’industria alimentare per conservare alimenti per lunghi periodi, come avviene per le merendine e i tanti altri prodotti da forno che si consumano così di frequente. Una volta assunti però, questi oli tendono a modificare la struttura e l’integrità delle membrane cellulari dell’organismo, promuovendo più facilmente lo sviluppo di cellule tumorali.

Gli alimenti raffinati, come zucchero e farina doppio zero. Lo zucchero in particolare, durante la procedura di raffinazione, viene sottoposto ad una serie di passaggi nei quali vengono anche utilizzate sostanze cancerogene, senza poi contare che lo zucchero fa aumentare rapidamente i livelli di insulina che è ormai dimostrato è in grado di promuovere la formazione di cellule cancerogene. La farina doppio zero, largamente utilizzata, è anch’essa, come del resto altri carboidrati raffinati, associata al rischio cancro. Al suo posto meglio utilizzare altre farine, come la farina di Kamut, di farro, manitoba, e al posto dello zucchero, meglio lo zucchero di canna grezzo, mai raffinato, la Stevia, il miele o altro dolcificante alternativo.

I dolcificanti artificiali
, spesso utilizzati da coloro che vogliono perdere qualche chilo di troppo, sono un serio pericolo per la salute. A parte il fatto che, contrariamente a quanto si possa pensare, il consumo regolare di questi prodotti, però, può causare un aumento ponderale in quanto rendono più difficile all’organismo regolare i livelli di zucchero nel sangue, in molti di loro è presente l’aspartame, una sostanza chimica certamente cancerogena.

Le patatine fritte, tanto gustose ma al tempo stesso tanto pericolose per la salute. Alcune di esse contengono acrilamide, una sostanza chimica cancerogena che si viene a determinare al seguito delle alte temperature prodotte durante la frittura. Questo vale anche per le fritture fatte in casa quando si utilizza l’olio di semi, in quanto questo tipo di olio ha un punto di fumo molto basso, momento in cui si viene a produrre l’acrilamide. Sarebbe meglio utilizzare l’olio di oliva che ha una temperatura di fumo più elevata o, meglio ancora, il burro. Inoltre, le patatine fritte contengono aromi naturali, conservanti e coloranti che certamente amici della salute non sono.

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